Lo spazio scorreva solitario intorno alla Sapphire II, il nero cosmico rotto ogni tanto da qualche stella particolarmente calda e luminosa, o da qualche asteroide che sfrecciava via in lontananza. Il ronzio appena percettibile dei motori ionici della nave mineraria pareva un grido in mezzo a quel silenzio ovattato che delineava un universo apparentemente immobile.
- Ci siamo -, disse Mizor Phinner.
Si grattò nervosamente l'ispida barbetta a punta che rendeva il suo viso ancora più affilato, e altrettanto nervosamente osservò il radar. Si agitò sul sedile e premette alcuni bottoni sulla console. Corrugò le sopracciglia, aprì la bocca come per dire qualcosa e poi, indeciso, la richiuse.
- Mizor, basta ripensamenti -, borbottò Marv Yeelo dalla sua comoda poltrona di copilota. - Siamo in viaggio da più di novemila parsec, abbiamo alle spalle due balzi iperspaziali conclusi senza problemi e sei ancora lì a pensare a cosa potrebbe andare storto -.
Un lungo sospiro fu l'unica risposta del pilota, che sprofondò ancora una volta nei ricordi del passato.
Anni trascorsi sulla Terra; anni bui, anni di guerriglia, di persone conosciute un giorno e perdute il giorno dopo, di donne amate senza aver avuto tempo per conoscerle del tutto, di pezzi di libertà ormai finiti uno per uno nel dimenticatoio. Separatisti ISTINCTIVA che cercavano di riscuotere dal suo sonno una società ormai andata a farsi fottere dopo anni di disinformazione mediatica, generazioni passate a marcire di fronte agli schermi credendo di essere in contatto col resto del mondo, occhi stanchi e cervelli sordi alla ricerca di... dio, forse neanche loro sapevano che cosa stavano cercando.
ISTINCTIVA.
Per Mizor Phinner era molto più di una ragione di vita. Era LA vita. Quando quarant'anni prima Esmer Von Schulendorf gettò le basi per quella che sarebbe diventata la più grande organizzazione avversaria dell'ordine mondiale costituito, il capitano Phinner era solo un feto che lasciava l'avvolgente e meraviglioso caldo dell'utero materno per scoprire il mondo esterno: freddo, ostile, rumoroso. Ma come tutti i neonati si sbagliava. Il mondo era untuosamente freddo, vigliaccamente ostile e incredibilmente rumoroso.
Una noia mortale.
Dopo aver conseguito la laurea in fisica e il brevetto di pilota aerospaziale, capitò (neanche si ricordava bene come) ad un congresso di quello che veniva nominato con disprezzo nelle attuali scuole come "PreI": acronimo di "Pre-ISTINCTIVA". Solo uno stadio larvale e deprecabile, certo. Ma nel giro di vent'anni quella larva aveva terminato la propria evoluzione, assurgendo a simbolo di opposizione politica mondiale con un impensabile numero di sostenitori.
E questo non se l'era aspettato nessuno.
Ecco cos'era ISTINCTIVA: l'altra faccia della società ordinata, asettica, robotica, praticamente stagnante. ISTINCTIVA era una tentacolare organizzazione che, facendo leva sull'istinto umano di rompere schemi troppo rigidi, raccoglieva ogni giorno alcune centinaia di sostenitori che volevano provare il brivido di sorpassare ogni tanto la linea di confine. Alcuni ne risultavano così affascinati da voler rimanere per sempre oltre il confine. Se la brillante carriera sociologica di Von Schulendorf non fosse stata interrotta da uno squilibrato armato di coltello ("eroe", invece, secondo le testate a diffusione mondiale) forse il vecchio avrebbe potuto ancora essere lì a tracciare un probabile cammino percorribile.
Ma così non era stato, e la neonata organizzazione aveva rischiato il tracollo per la mancanza di un punto di riferimento. Fortuna che Irvin Leroy, pupillo di Von Schulendorf, aveva raccolto l'eredità del sociologo mandando avanti la baracca. In un modo inatteso, certo, ma almeno erano andati avanti. Da fondazione filantropica, PreI si era quindi trasformata in ISTINCTIVA, che attualmente contava circa un miliardo e mezzo di persone tra gli affiliati. Una quantità risibile rispetto ai quasi quattordici che popolavano la Terra, ma sempre meglio di niente visto che...
- Mizor? Mi stai ascoltando? -.
Phinner uscì dalle sue riflessioni, rendendosi conto che la voce solitamente posata di Yeelo aveva un tono preoccupato. Scosse la testa.
- Scusami Marv, stavo pensando -, farfugliò confusamente. - Che cosa c'è? -.
- Ho una buona notizia ed una pessima notizia -, replicò il copilota.
- La buona notizia? -.
- Siamo arrivati a casa. La nostra nuova casa -.
- Hmmm... E la pessima? -.
- Dobbiamo atterrare: il reattore destro è andato a puttane -.
La Sapphire II inclinò il muso in avanti e cominciò la lunga discesa a spirale verso l'atmosfera planetaria sottostante.
Ehi, finalmente hai deciso di passare ad una piattaforma per sani di mente, ancora non ho letto il raccontino, ma lo farò a brevissimo, e aggiungi il gadget "lettori fissi" così ti posso seguire con facilità :)
RispondiEliminaOk, l'ho letto, sai usare le virgole ed hai senso del tempo, bravo.
RispondiEliminaIo generalmente non faccio troppi complimenti, quindi tieniteli stretti.
Gadget aggiunto (vedi "Fanclub"). Devo ancora dare diverse occhiate ad un sacco di cose. Per ora comunque l'interfaccia mi sembra nettamente più comoda e ricca di potenzialità rispetto a Splinder.
RispondiEliminaPer quanto riguarda lo stralcio spaziale che hai letto, non so se inorgoglirmi del fatto che l'ho buttato giù in alcuni minuti (momento di piena ispirazione) o semplicemente sminuirmi per il fatto che non è niente di che, e che ho fatto di meglio (o di peggio) :P
A prescindere da questo, comunque grazie dei complimenti.
Maroc
Il fanclub non funziona, provaci ti stesso.
RispondiEliminaRiguardo allo sminuirti o bla bla bla, beh, nessuna delle due, se ti piace scrivere, scrivi, altrimenti vai a zappare la terra.
OK, funziona, stavo solo scherzando.
RispondiEliminaE che il cambio repentino di fuso orario mi sconvolge sempre.
Ah ecco. Ho visto il tuo penultimo commento sulla mail prima di notare il secondo, e mi stavo rincoglionendo a cercare di capire cosa avesse il gadget che non andava xD
RispondiEliminaE dio santo, scrivere è meglio che zappare la terra.
direi che il trasloco "giove"
RispondiEliminaEhilà!
RispondiEliminaSì, per ora giova anche se tra studio e problemi di salute non riesco a ritagliarmi un minimo di tempo per scrivere qualcosa che non siano appunti di spagnolo e inglese.
Dannazione :P
Ogni volta che leggo qualcosa di tuo penso sempre che sei fottutamente bravo. E non credo sia solo il fatt oche leggo qualcosa di non mio. I miei scritti non mi danno questa sensazione neanche dopo mesi dalla scrittura (periodo dopo il quale, notoriamente, rileggendo qualcosa scritto dal medesimo, non sembrano neanche più opere mie).
RispondiEliminaComunque buon atterraggio ;)
Grazz.
RispondiEliminaIo continuo ad essere nettamente convinto che in un altro punto del multiverso sono uno scrittore medio basso in mezzo a un sacco di gente che si svena per i libri e paga bene anche gli scrittori emergenti e tutti vanno d'amore e d'accordo.
Come?
Che cazzo vuol dire "Quella è Woodstock?" :S
Maroc
Credo di mettere tutti d'accordo dicendo che tra tutti i multiversi non cen'è uno dove tutti vadano d'amore e d'accordo.
RispondiEliminaNo, neanche a Woodstock.
Se i multiversi esprimono una possibilità infinita di combinazioni, allora è MATEMATICO che ce ne sia una perfetta. Così come è matematico che ci sia quella chiamata Woodstock come quella chiamata Robeleblesbacchonz.
RispondiEliminaUn po' come la scimmia che messa di fronte ad una macchina da scrivere prima o poi qualcosa di sensato lo tira fuori di sicuro. Se giochiamo su grandezze tendenti all'infinito vinciamo di sicuro.
Maroc
Giocare con grandezze tendenti all'infinito equivale a vincere facile.
RispondiEliminaLa certezza matematica di trovare almeno un mondo perfetto su un numero infinito di dimensioni parallele è proprio il fulcro che ho usato per esprimere il concetto che, secondo me, lo stato di "amore totale" che dovrebbe pervadere il mondo è pressochè irraggiungibile.
Ma forse ragiono come "abitante" di questa dimensione; magari in altre è una cosa normalissimo...
E' pressoché irraggiungibile in QUESTO universo e con QUESTA particolare concatenazione di effetti spazio-temporali.
RispondiEliminaAl di fuori di questa dimensione ce ne deve essere di sicuro almeno una dove invece tutto va come deve andare: basta cambiare il tempo e lo spazio, e già le possibilità schizzano verso l'infinito.