21/06/12

Il problema X

Quando affronto una traduzione, cerco innanzitutto di effettuare un'analisi approfondita del testo a livello grammaticale, semantico ed interpretativo per poi partire alla ricerca di quel termine che funga da ponte tra due culture, ed essere quindi compreso nella lingua in cui sto traducendo. Fatto salvo per alcune espressioni prettamente intraducibili in italiano (e qui si ricorre ad un imprestito, o nei casi più disperati ad una nota del traduttore), direi che più l'autore e il traduttore riescono a confinare le proprie attività all'interno di un'area di lavoro e di significato comune, maggiori probabilità ha la traduzione di essere portata avanti con criterio e comprensione da parte del lettore.

Ovviamente non tutto va come dovrebbe, e ogni tanto capita di avere a che fare con persone che commissionano traduzioni orripilanti, e che appartengono a due categorie principali:
Tipo 1: So spiegare cos'è un barzaghimpolo perchè ci lavoro ogni giorno, ma data la mia disgustosa grammatica non riesco a costruire un periodo scritto decente;
Tipo 2: Barzaghimpolo? E che sarebbe, giammai? Orsù, data la mia lapalissiana, brillante abilità nello scrivere, basterà abbellire diversi periodi con un enorme quantitativo di lemmi ricercati e fioriti, e la commissione esaminatrice, presa dalla noia o rapita dall'enfasi grammaticale, mi darà i finanziamenti che servono;
Capite da voi che nessuna di queste due tipologie di clientela facilita il lavoro del traduttore. Entrambe inoltre tendono a lavorare parecchio al risparmio, e l'ovvio risultato è:

povertà di chiarezza + scarsità di denaro = traduzione di bassa qualità

Tutto questo preambolo per dire che la maggior parte delle persone generalmente non sono chiare, non sono concise e non sanno scrivere. Perchè?
E se per caso queste persone non fossero chiare perchè non vogliono essere chiare?
E se per caso queste persone non fossero concise perchè non vogliono essere concise?
E se per caso queste persone non sapessero scrivere perchè non vogliono saper scrivere?

In questo lungo periodo ho dovuto sottostare ad una quantità a dir poco indegna di discorsi da bar della peggior specie (le solite cose trite e ritrite che avrete udito anche voi numerosissime volte su un qualsiasi problema X: crisi economica, tasse, disoccupazione, stipendi bassi, contratti a tempo indeterminato, blablablablabla). Come al solito, si critica perchè dare alternative appare troppo complicato; senza contare che la critica contro un argomento unisce, mentre l'alternativa espone ad una marea di critiche. Non vogliamo fare brutte figure, vero? Meglio dire che "siamo i soliti poveri e che il governo è ladro, che Monti blablablabla". Ma forse avete dimenticato che anche l'anno scorso, due, tre, cinque, dieci anni fa la minestra era la stessa: sempre lamentele, sempre e solo lamentele.

Se i vostri discorsi fossero un testo da tradurre e io dovessi penetrare il vero significato di quello che dite, mi è chiaro è che voi non fate discorsi da bar perchè "c'è il problema X del giorno". Voi in realtà il problema X lo volete, lo desiderate, lo bramate a tutti i costi, perchè è bello sapere che anche il vostro vicino di casa è nella stessa barca e che non siete solo voi a sentire il vostro deretano pieno di schegge. Ma siamo veramente sicuri che il vostro culo sia pieno di schegge? O è solo una vostra sensazione? Perchè anche se a voi fa piacere pensarlo per far tacere la vostra inutile coscienza, in realtà non siete nelle stesse condizioni del vostro vicino.
Lui ha due figli e un'ex moglie da mantenere. E il mutuo. Mentre voi invece avete solo potuto constatare un aumento sul biglietto aereo per la Thailandia dove solitamente andate a fare scorpacciata di minorenni annoiate. 

Mi avete rotto il cazzo coi vostri piagnistei. Piccone in spalla e sudate. E smettetela di lamentarvi, coglioni.

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