Ed ecco il venerdì sera, traguardo tanto sospirato per tanti studenti. Ecco finalmente un attimo di respiro per aggiungere qualche informazione a questa finestra aperta sul mio pianeta, che mi permette di vedere al tempo stesso il mondo che sta al di fuori. Blogspot si sta rivelando una piattaforma interessante. Nessun rimpianto per non essermici trasferito prima, comunque: Splinder è stato un buon bordone da viaggio per questi cinque anni di vita, pieni di sentimenti dei quali le parole scritte riescono talvolta solo a farne intravedere l'intensità.
Vena poetica a parte, credo di essere ulteriormente cresciuto da un paio d'anni a questa parte (no mamma, non mi riferisco ai fianchi)... l'aver abbandonato il corso di tossicologia come volevo fare, l'aver vagato per qualche anno alla ricerca di un lavoro (il 99,9% delle volte rivelatosi una fregatura colossale, e praticamente gratuita) come volevo fare e la successiva reiscrizione ad una Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori come volevo fare, mi ha fatto riflettere.
Alzi la mano chi, tra voi, nonostante i consigli (od ordini, nel mio caso) dei propri genitori ha fatto almeno una volta nella vita esattamente quello che gli era stato sconsigliato di fare. Niente monchi, vedo. Chissà perchè.
Bene.
Riflettevo ieri sugli ultimi anni che ho passato. Avrei potuto fare questo, avrei potuto fare quell'altro, se, se, se... una valanga di "se" che alla fine non sono niente di più di quello che rappresentavano: probabilità. E' buffo come accadano certe cose: quando presi la decisione di mandare all'aria quasi quattro anni di studi tossicologici per cercarmi un lavoro, in casa scoppiò la terza guerra mondiale. Magari anche per il mio bene, eppure se avessi ascoltato i consigli sarei un laureato infelice. Ero giunto ad odiare profondamente quel corso di studi.
Se avessi ascoltato i consigli non avrei "sprecato" due anni a cercare un qualsivoglia impiego (e badate bene, quel "sprecato" è tra virgolette non a caso, dal momento che in quel lasso di tempo ho prima di tutto imparato a conoscere meglio i miei limiti e ho avuto un assaggio del mondo del lavoro).
Buffo: sono inconsciamente ricaduto nella sindrome del "se".
Tuttavia ripensandoci ora, quei due anni di pensieri focalizzati non sullo studio, ma sul mondo esterno, sono stati una vera benedizione. Mi hanno permesso di comprendere quanto sia complicata la realtà lavorativa odierna, garantendomi una solida motivazione per riprendere in mano gli studi e indirizzarmi verso quello che volevo io. Probabilmente alcuni tra voi penseranno che questa logica contorta sia, perdonate il gioco di parole, illogica. Oggettivamente potrebbe anche essere così.
Ma passiamo ad un esempio più pratico. Alzi la mano chi tra voi ha avuto una bicicletta senza rotelle durante l'infanzia. Bene: ora lascino la mano alzata coloro ai quali è stato insegnato, ricevendo le prime lezioni di guida di una bicicletta, che non si frena mai col solo freno di davanti. Ottimo.
Adesso siate sinceri: chi ha ignorato il consiglio, imparando a proprie spese, lasci la mano in alto.
Beh, sicuramente avete imparato tutti da "quella volta" e non frenate più col solo freno di davanti. Strano però: noto che nessuno ha abbassato la mano. Altro esempio? Prendete il bambino a cui si dice di non toccare la pentola con l'acqua bollente. Che fa il bimbo? Bravi, ora andate a prendere l'acqua ossigenata, qualche garza e spegnetegli il dito.
Se ce l'ha ancora.
Tutti i sedicenni di oggi dicono che c'è crisi e che non c'è lavoro (almeno quelli un tantino "preoccupati" della situazione). Lo dicevo anche io. Ma era come dire che c'è la guerra in Sierra Leone: sono posti lontani, situazioni che non ti tangono. Poi magari ti fai un viaggetto in Sierra Leone, scampi per un soffio a confetti di piombo vaganti, mine e quant'altro. Improvvisamente tutto diventa più nitido. Più comprensibile. Scopri che in fondo la situazione non ti tange perchè... perchè inconsciamente ti convinci della cosa. E' come un mantra. Ripeterlo e sentirlo ripetere in continuazione ti convince del fatto che effettivamente ci sia crisi e non ci sia lavoro, gambizzandoti prima che tu possa muovere un solo passo anche solo per tentare di cercarlo, quel maledetto impiego.
Ecco perchè quando adesso vado a lezione non penso ad uscire. Se potessi vorrei non uscire. Starei a parlare inglese e spagnolo tutto il giorno. Vivrei in inglese e spagnolo. Direi parolacce per ore coi miei professori. Ci mangerei paella e pudding innaffiandoli con pinte di stout e boccali di sangrìa. Andrei a puttane insieme a lor... ok basta, torniamo a noi.
Ecco perchè i miei si stupiscono quando mi vedono ossessivamente concentrato sulla lettura di, che so, una sentenza di tribunale scritta in inglese; o uno studio sull'ambiente di Wall Street; o ancora, un saggio breve sull'architettura di Siviglia... credo che (spiccata preferenza del sottoscritto per le lingue a parte) si sia semplicemente accesa una nuova consapevolezza di sè che impone un radicale cambio dei punti di vista su tante cose.
Sia chiaro, sono sempre il solito cazzone di sempre che spara una stronzata al microsecondo, e non ho mai smesso di vedere il lato positivo della vita. E' solo che per il semplice fatto di aver resettato il cervello e fatto piazza pulita (o tesoro, a seconda dei punti di vista) delle pessime esperienze precedenti ora tutto è più logico. Più immediato. Più interessante.
La fase indecisionale prodotta dalla sindrome del picco della montagna* è passata, e la strada è tracciata. Poi vabè, se muoio prima di raggiungere il traguardo allora dio è proprio un pezzente.
*Sindrome del picco della montagna, o sindrome indecisionale (VII legge-esempio di Maroc):
State salendo un monte per tutta l'infanzia e buona parte dell'adolescenza. Quando si tratta di prendere una strada per costruirvi un futuro, ecco, siete arrivati sul cocuzzolo dell'altura. Per alcuni il sentiero di discesa è uno, largo e chiaro. Per altri invece si presentano due o più strade per scendere. Il tempo impiegato a scegliere un cammino è inversamente proporzionale all'intensità del desiderio di percorrerlo
Particolari complicazioni intervengono nel caso in cui il soggetto abbia uguali preferenze per l'uno o l'altro sentiero. In questo caso si lascerà alle entità "tempo" ed "esperienza" la facoltà di discriminare e rendere prioritario un sentiero rispetto ad un altro.
Io ne avevo almeno sei o sette di sentieri ugualmente desiderabili, tra cui: diventare un pittore, diventare uno scrittore, essere un compositore, diventare un bravo musicista, studiare lingue, fare in generale un sacco di roba... e sapevo che non avrei avuto il tempo di farle tutte per benino. Due anni passati sul cocuzzolo, analizzando me stesso, valutando le probabilità di un futuro come scrittore o pittore (purtroppo un po' traballanti al giorno d'oggi), e infine optando per il sentiero che mi esaltava di più.
Lingue.
E lingue furono. Fanculo a tutto il resto del mondo che non è d'accordo.
Perdonate la prolissità.
Per tutto il post mi ha attanagliato una domanda:che cazzo è la flogistogenesi?:D
RispondiEliminaAhahahahah!
RispondiEliminaE' una vecchia rimembranza di storia della chimica (alcune cose del precedente corso di studi mi sono rimaste impresse, incredibile!).
Qualche informazione sul flogisto la trovi qui. E' una cosa abbastanza semplice, non ti preoccupare. Il piccolo problema è che nonostante le osservazioni più o meno corrette, il flogisto è una cosa che non esiste :D
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_flogisto
Ho capito, è tipo l'etere.
RispondiEliminaMa io no ci scriverà un libro, non sono la Blavatsky.
Dipende da che cosa intendi. L'etere (o gli eteri) come classificazione di composti chimici organici esiste (il dietiletere è quello che diverso tempo fa veniva impiegato come anestetico, ad esempio).
RispondiEliminaComunque sono sicuro la cosa non ti farà né caldo né freddo, cara la mia Madama xD
Maroc
No no intendevo l'etere per me come la intendeva la madama e in generale nell'antichità :D
RispondiEliminaPersonalmente ho sempre fatto l'opposto di quello che mi si chiedeva di fare, all'inizio senza capire il perchè, come un gatto che quando viene chiamato s'allontana, più in la, invecchiando, ho capito di farlo perchè la vita, la mia, è una sola.
RispondiEliminaE alla fine i conti dovrò farceli io prima di qualsiasi altro.
Quindi provare a capire e sacrosanto, sedersi sul poggio e guardare un po' più in la, sperando che la nebbia si rischiari e conceda uno spiraglio di quelle montagne, quelle pianure che si vedono solo di tanto in tanto, a volte, nei sogni.
Hai fatto bene a passare a blogspot, splinder sta pure chiudendo.
Sto per scrivere alla Le Guin, ho appena finito di leggere le leggende di earthsea, è meraviglioso.
L'indirizzo l'ho trovato qua http://www.ursulakleguin.com/mail.html#Streetmail
GrandioZo.
RispondiEliminaIo penso mi rileggerò tutto quanto prima di scriverle. Sperando che non muoia nel frattempo :P
Maroc
Scrivi diocane.
RispondiEliminaPoi ti lamenti dei commenti.
Eccoti accontentato, anche se non so quanto possano interessarti le recensioni dei videogheims.
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